Bando periferie, Confindustria Belluno Dolomiti: necessario confermare le risorse, prevalga il senso di responsabilità

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Belluno, 6 settembre 2018 - «Non è solo una questione di risorse: in gioco c’è anche la credibilità del sistema Paese. Come possiamo illuderci di attrarre e di stimolare investimenti per la crescita, se ad ogni cambio di governo si cancellano i provvedimenti, anche positivi, come nel caso del bando per le periferie». Il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini, interviene così sulla vicenda del congelamento delle risorse stanziate per il bando periferie (500 milioni), che equivale a una sostanziale cancellazione, a scapito non solo dei Comuni che ne avevano beneficiato ma anche delle imprese, in particolare quelle di un settore in sofferenza qual è l’edilizia.

«Auspico che su questo tema vi sia una convergenza politica – afferma Barbini – e che i parlamentari bellunesi si impegnino a confermare le risorse previste dal bando, a cominciare ovviamente dai 18 milioni per Belluno. E’ infatti vero che i progetti di riqualificazione sono già stati avviati in base alla convenzione firmata a dicembre. Anche la nostra associazione ha partecipato con successo al bando. E proprio a seguito del contributo concesso ha commissionato un progetto per la sistemazione di Palazzo Alpago. Se le risorse saranno definitivamente congelate, saremo costretti, come altri, a valutare azioni legali, a tutela delle spese già sostenute. Mi chiedo quante siano le situazioni come la nostra e se il governo si è per caso posto questo problema». «Allo stesso modo – prosegue Luca Barbini – bloccare le risorse del bando periferie equivale a privare le imprese del settore edile, ancora in sofferenza, di un’importante opportunità. I 18 milioni per Belluno sarebbero uno stimolo per investimenti ben più consistenti (35 milioni secondo le stime) a vantaggio dell’intero sistema economico locale, nonché delle città coinvolte che si sono impegnate a sviluppare progettualità giudicate da una commissione tecnica. Vanno premiate le amministrazioni virtuose, a prescindere dal colore politico, che in tutt’Italia hanno lavorato per migliore il loro territorio».

«Infine – conclude Luca Barbini – c’è la questione della credibilità: agire in questo modo, cancellando le regole del gioco a partita iniziata, significa alimentare l’immagine di un Paese inaffidabile, dove è meglio non investire. Spero pertanto che, come è già accaduto recentemente su altre vicende, prevalga il senso di responsabilità e che le risorse per il bando periferie siano confermate».