Luca Barbini interviene sulla possibilità di istituire zone franche in provincia di Belluno

Comunicati stampa

Belluno, 9 giugno 2016 - «E’ una politica che non apprezziamo, quella dello scaricabarile e delle accuse reciproche, della contrapposizione a prescindere e del gioco delle parti, quella che non entra nel merito delle questioni e che perciò non riesce a produrre soluzioni concrete a favore del territorio bellunese, dei suoi cittadini e delle sue aziende». Il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini, interviene così sulla proposta di istituire una zona franca in tutta la provincia avanzata dall’assessore regionale Giampaolo Bottacin e sulla replica degli esponenti del partito democratico che invece chiedono di dare attuazione alla legge sulla specificità.

«Non voglio entrare in questa diatriba né tanto meno prendere le parti dell’uno o degli altri – afferma Luca Barbini – ma sottolineo come da troppo tempo assistiamo a contrapposizioni sterili che si esauriscono nel nulla, perché animate unicamente dalla volontà di scaricare sugli altri la mancata soluzione dei problemi. E’ sempre il solito copione già visto: chi guida la Regione incolpa lo Stato, chi sostiene il governo romano accusa l’amministrazione veneta, ed intanto la provincia di Belluno soffre per la diminuzione dei trasferimenti regionali.

I problemi di competitività del territorio restano e le imprese bellunesi non possono contare che su se stesse per sopravvivere in un contesto internazionale sempre più complesso. Imprese che, detto per inciso, contribuiscono in modo significativo a generare non solo benessere e occupazione, ma anche quel residuo fiscale che sfiora il miliardo di euro all’anno per la sola provincia di Belluno».

«Anziché schierarsi come tifosi da una parte o dall’altra – prosegue il presidente degli industriali bellunesi – bisognerebbe rispondere ad alcuni semplici interrogativi. E’ una proposta attuabile, quella di una zona franca per la nostra provincia o si tratta dell’ennesima proposta di legge destinata a rimanere in qualche cassetto romano ? Ha ancora senso parlare di specificità, e cioè chiedere il trasferimento di funzioni a un ente, la Provincia di Belluno, che la riforma costituzionale abolisce, con un’evidente volontà di accentrare competenze? E’ possibile pensare ad un modello di governance diverso e innovativo, magari improntato a una maggiore sinergia tra pubblico e privato? E’ possibile intervenire su obiettivi concreti, come il miglioramento delle infrastrutture che sono uno degli handicap di questo territorio, anche in considerazione dell’appuntamento con i mondiali a Cortina d’Ampezzo del 2021 ?». «Non dobbiamo dimenticare – conclude Luca Barbini – che la competizione internazionale è sempre più tra sistemi territoriali e non tra singole aziende. Le istituzioni pubbliche hanno quindi un ruolo decisivo: ecco perché ai nostri rappresentanti chiediamo, con forza, di agire con lungimiranza e senso di responsabilità, pensando davvero al bene di questa nostra provincia».