Gestire un territorio troppo fragile, pensando a lavorare

Comunicati stampa

Belluno, 8 agosto 2017 - «Parlare di manutenzione del territorio è un argomento difficile ed ancor più se dalle parole si deve passare ai fatti» questa la presa di posizione del Tavolo delle Infrastrutture guidato da Confindustria Belluno Dolomiti e dalle altre sigle associative degli artigiani, commercianti, agricoltori e dai sindacati.
«Non è saggio oggi speculare di fronte a morti e feriti, ma ripartiamo da quello che è successo per capire cosa si può fare, per superare ed evitare distinzioni e divisioni». Questo è l’auspicio che i promotori del tavolo infrastrutture richiamano affinché si possa intervenire in modo coordinato. «Chi si occupa di territorio conosce bene i mille vincoli e le autorizzazioni necessarie per costruire in montagna. Il nostro è certamente un territorio fragile, che necessità di azione e decisioni a tutti i livelli; agli sfollati, ai turisti impauriti, agli operatori del settore o a quanti si adoperano per intervenire, servono però stimoli positivi piuttosto che lezioni sulla geografia del territorio da parte di qualche politico».
«Non si sa bene se invocare lo Stato, la Regione, il Genio Civile, la Provincia, le Comunità montane, i Servizi forestali o le amministrazioni locali: tutti soggetti istituzionali che in modo diverso sono coinvolti e sono tenuti, a seconda del ruolo, a fornire risposte non facili. Certamente la Regione Veneto, deve essere oggi in prima linea sulla difesa del territorio, incentivando ed incentivandosi a fare di più. Cerchiamo di capire quello che manca, anziché guardare quello che è stato fatto e soprattutto cerchiamo di farlo in sinergia con l’ente più prossimo: la Provincia. Non è sempre facile visto che accuse al limite del personale, in questi mesi, hanno prevalso sulle responsabilità istituzionali».
Il cambiamento climatico ormai è un fatto che comporta una doverosa revisione della mappa dei rischi nella nostra provincia. L’impatto che l’acqua – bene sempre più prezioso -ha sul territorio ovvero la “difesa-idrogeologica” diventa il punto di partenza per evitare che improvvise situazioni anomale si trasformino in eventi tragici e distruttivi.
«Come categorie economiche e Parti Sociali - conclude il Tavolo Infrastrutture – sottolineiamo l’urgenza ad intervenire perché l’evitabile possa essere perseguito. Abbiamo bisogno che ognuno si attivi, per porre in sicurezza le strade contro la caduta di alberi e piante, per pulire i letti dei fiumi o per intervenire sugli alvei dei laghi stracolmi di materiale e, ad oggi, tutto risulta inesorabilmente fermo».