Trento e Bolzano sostengano la battaglia dei bellunesi per l'autonomia

Comunicati stampa

di Gian Domenico Cappellaro*

Cosa succederà quando Trento e Bolzano otterranno un’ulteriore autonomia fiscale, mentre Belluno si troverà, ben che vada, con una Provincia fantasma, governata da un’assemblea di sindaci, magari con alcune competenze strategiche, ma senza un’adeguata garanzia in termini di risorse finanziarie? Quali saranno i contraccolpi economici e sociali alle crescenti diseguaglianze tra territori limitrofi? Cosa accadrà nelle aree di confine, quando le realtà a statuto speciale potranno sfruttare appieno i nuovi strumenti che questo governo intende mettere a loro disposizione? Sono questi gli interrogativi che, da giorni, poniamo ai rappresentanti istituzionali, ma le risposte che riceviamo sono insufficienti e, spesso, inaccettabili. Dalla recente visita a Belluno del Ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio abbiamo avuto la conferma che anche questo governo si adegua passivamente a quella che Giuseppe De Rita chiama «politica-opinionista», per cavalcare l’onda demagogica dell’anti-casta.
Nella smania di sacrificare le Province sull’altare del taglio dei costi della politica, si dimentica però che questi enti assorbono appena l’1,6% della spesa pubblica totale e l’1,4% del costo totale per il personale delle pubbliche amministrazioni: la loro abolizione comporterebbe, nella migliore delle ipotesi, un risparmio di appena lo 0,3% della spesa pubblica nazionale. Non solo. Anziché incidere laddove vi possono essere degli eccessi di spesa, si procede in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, penalizzando realtà virtuose come la nostra Provincia. E’ infatti dimostrato da un’indagine di Officina Veneto che Belluno presenta elevati indici di virtuosità: la rigidità strutturale (ovvero la quota di entrate assorbite annualmente dai costi rigidi, cioè dalle spese per il personale e gli interessi passivi) è tra le migliori d’Italia (19,2% contro una media nazionale del 30%) e anche le spese di funzionamento, in rapporto alla popolazione, sono di gran lunga inferiori al dato italiano (107,5 contro 123).
Sono numeri che, a mio avviso, meriterebbero un’attenzione particolare da parte di chi è chiamato a decidere su un tema così rilevante per i cittadini. Invece vengono sistematicamente ignorati, con il risultato che solo Trento e Bolzano si salveranno dalla riforma in atto, rafforzando ulteriormente la propria autonomia. Mentre Belluno, nonostante la sua conclamata specificità, riconosciuta a parole anche dal premier Enrico Letta, subirà la stessa sorte delle altre Province, diventando sempre di più un vaso di coccio tra vasi di pietra (preziosa). Gli emendamenti accolti nel testo del disegno di legge “per regolare l'ordinamento di Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 luglio scorso, rappresentano, infatti, un piccolo premio di consolazione che serve solo ad alleggerire la coscienza di qualcuno.
Confindustria Belluno Dolomiti, al pari di molti Sindaci e di altre associazioni di categoria, chiede invece che la nostra Provincia abbia un Presidente e un Consiglio eletti direttamente dai cittadini, sulla base di un programma elettorale, verso il quale saranno direttamente responsabili. Solo così avremo una governance effettivamente politica, forte perché legittimata a gestire un’autonomia che non può essere solo un riconoscimento formale, ma che deve trovare efficacia e sostanza nella sua applicazione, attraverso politiche pubbliche mirate alle esigenze delle comunità locali. E’ questo l’unico modo per evitare il rischio evidenziato, a ragione, anche da Zenone Sovilla sulle colonne di questo giornale: una persistente asimmetria istituzionale che finirebbe per alimentare una litigiosità dovuta al divario gigantesco tra territori dolomitici, sia in termini di disponibilità finanziaria, sia di strumenti di autogoverno.
Se credono davvero nell’autonomia e nella sussidiarietà, Trento e Bolzano dovrebbero dunque appoggiare la battaglia politica dei bellunesi: è nell’interesse di tutti che il governo assuma un atteggiamento coerente e responsabile che valorizzi e non uccida le autonomie locali. Perché non si sa cosa possa riservare il futuro.
*Presidente Confindustria Belluno Dolomiti